TORINO – LIONE: IL LATO CERTO DEL TRIANGOLO MAGICO

Il sistema infrastrutturale dell’alta velocità ha riportato agli onori della cronaca di questi ultimi anni la direttrice che esiste fra Torino e Lione. I progettisti ferroviari hanno ricalcato un tracciato antico di secoli, se non di millenni, perché i rapporti tra le regioni al di qua e al di là delle Alpi risalgono all’età preromana.

Ma, come abbiamo già visto, è un altro l’asse che qui a noi interessa e che allinea la città pedemontana a quella francese. Si tratta della lato meridionale che corre lungo il 45° parallelo (Torino è tagliata dal 45° parallelo N mentre Lione si trova poco più su a 45° 46’ N) e che è la base del cosiddetto “triangolo magico” il cui vertice settentrionale è costituito dalla città di Praga. E’ un triangolo di magia bianca.

NOTA: un’altra versione (citata da Jean-Jacques Gabut in Lyon magique et sacré, 2007) ricostruisce un diverso triangolo magico, più alpino: Torino-Lione-Ginevra; mentre Praga torna come vertice  in un altro triangolo di segno opposto, cioè di magia nera: Ginevra-Londra-Praga.

triangolo

mappa-europa_ - Copia

Il nucleo urbano di Lione si è formato nel punto in cui confluiscono due fiumi, il Rodano e la Saona. Proprio come abbiamo visto a Torino, dove la Dora Riparia interseca il suo percorso con il Po. E lo stesso accade a Praga, dove le acque dell’Elba si fondono con quelle della Moldava. In tutt’e tre le città coppie di fiumi, uno maschile ed uno femminile, rappresentano – in una chiave di interpretazione esoterica – la coniugio oppositorum, le nozze mistiche, la sintesi del solare e del lunare, qualcosa che ricorda il Rebis degli alchimisti.

Lione B

Il suo nome moderno farebbe pensare ad una connessione con il Leone e con il suo simbolismo legato al Sole; in realtà si tratta della deformazione del toponimo latino Lugdunum, a sua volta derivato dalle preesistenze gallo-celtiche. Lug infatti era antichissima divinità solare dei Celti che ritroviamo anche nelle saghe dell’Irlanda ma che i Romani associarono a Mercurio (Cesare, De bello gallico, VI, 17).

Qui, con i Latini, si diffuse anche il culto di Cibele, la Gran Madre mediterranea proveniente dalla Frigia e venerata sotto forma di pietra nera precipitata dal cielo. Dove un tempo sorgeva il tempio della dea, sulla collina di Fourvière (Forum Vetus), oggi è la chiesa di Nôtre Dame dove si venera la cosiddetta Madonna Nera, più che manifesto riverbero dell’antico culto.

MADONNA NERA LIONE

Santa patrona di Lione è Blandina, vergine cristiana che subì il martirio al tempo delle persecuzioni di Marco Aurelio (177 d.C.). Dopo atroci supplizi, esposta prima ai leoni e poi ai tori (v. sotto le stampe agiografiche della seconda metà del XIX sec.) senza che si riuscisse a darle la morte, la giovane donna fu infine sgozzata. Nel filo conduttore della narrazione riconosciamo tre elementi chiave: il leone, il toro e la vergine. Sono questi non solo chiari riferimenti ai tre segni zodiacali ma anche tre richiami alle tre città vertici del triangolo esoterico: Lione, Torino e il capoluogo della Svizzera francofona.

Santa Blandina

La Lione medievale è legata alla presenza dei cavalieri Templari di ritorno dalla Terra Santa e attorno ai quali sono fiorite tutte le leggende sul trafugamento del Graal e sui loro tesori nascosti.

La cattedrale di San Giovanni è la chiesa che più di tutte ricorda quei secoli.

Come Torino, Lione ha un’antica tradizione massonica e proprio qui Giacomo Casanova fu iniziato in una loggia di liberi muratori e sempre qui Cagliostro fondò una loggia di rito egizio. A Lione nasce Joséphin Péladan, eccentrico personaggio che mescola simbolismo, erotismo, occultismo e sul finire del XIX secolo fonda un ordine rosacrociano, attorno al quale si riuniscono cabalisti, scrittori e pittori di fama.

Ultima curiosità: l’aeroporto di Lione è stato intitolato ad una delle sue glorie cittadine del secolo scorso, quell’Antoine de Saint-Exupéry autore di un libro iniziatico come Le Petit Prince dove la rosa rossa che deve essere protetta risuona all’orecchio dell’adepto come una sottile allusione al fiore dei Rosacroce.

“Che cos’è un rito?” disse il Piccolo Principe.
“Anche questa è una cosa da tempo dimenticata” disse la volpe. “E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore.”

piccolo-principe

la rosa

“L’essenziale è invisibile agli occhi”
“E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”.

“Farsi primavera significa accettare il rischio dell’inverno. Farsi presenza significa accettare il rischio dell’assenza“.

Non si tratta di semplici aforismi, quelli che hanno decretato la fortuna letteraria mondiale del de Saint-Exupéry. Sono distillati sapienziali che hanno l’asciuttezza lapidaria di un insegnamento zen.

ARCH. RENATO SANTORO, MARZO 2015

Links correlati:

TORINO

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PRAGA

https://archipendolo.wordpress.com/2015/04/05/vertice-praga/

LONDRA / GINEVRA

https://archipendolo.wordpress.com/2015/04/12/ginevra-e-londra-dove-il-diavolo-si-nasconde-nel-dettaglio/

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